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Obsolescenza programmata: come evitarla

 

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Viviamo nell’era del consumismo, non c’è dubbio. Cambiamo smartphone, computer,tablet e altri apparati elettronici in breve tempo, ed ultimamente questa frequenza di aggiornamento dei device diventa sempre più rapida, ma vi siete chiesti se effettivamente era necessario  acquistare quel nuovo TV/computer/smartphone/tablet?

Purtroppo spesso siamo condizionati nelle nostre scelte dalla cosiddetta obsolescenza programmata. Per obsolescenza programmata si intende il fenomeno per cui le aziende produttrici dei nostri cari apparati elettronici, stabiliscano a priori una durata vitale che il dispositivo dovrà avere, in modo da evitare di renderlo troppo “resistente” al tempo e indurre i propri clienti ad aggiornare il dispositivo con un più recente (e quindi garantirsi guadagni periodici). Esistono tantissimi modi per attuare questa strategia e nel tempo se ne sono viste delle belle trovate, talvolta anche fin troppo eclatanti, come potremmo per esempio ricordare nel 2003 ci fu un vero e proprio scandalo per l’iPod prodotto da Apple  che era stato chiaramente prodotto con batterie dalla durata effimera e che dopo pochi cicli di carica smettevano di funzionare. Oppure andando ancora più indietro nel tempo, nel 1924, venne formato il cartello Phoebus, una congregazione dei maggiori produttori di lampadine dell’Occidente, in cui si decise di produrre modelli con durata di vita ridotta rispetto ai precedenti modelli che avevano il “difetto” di durare fin troppe ore. Ed esempi di questo tipo ne troviamo ancora oggi a volontà nell’ambito dell’elettronica, solo che i consumatori hanno acquisito maggiore consapevolezza e non vedrebbero con buon occhio pratiche così scorrette. Per questo motivo l’obsolescenza programmata al giorno d’oggi si è evoluta in altre forme che seppur meno visibili, hanno comunque il loro impatto psicologico. Di esempi attuali di obsolescenza programmata ne abbiamo veramente tanti, basti pensare alle famose cornici dei top di gamma Samsung, destinate nel giro di pochi mesi a rovinarsi e far apparire “vecchio” il nostro dispositivo, alle stampanti che smettono di funzionare improvvisamente poco dopo che la garanzia è scaduta, ed infine alla mancanza di aggiornamenti dei firmware dei dispositivi che sono destinati col tempo ad essere tagliati fuori per incompatibilità, o ancora peggio ad firmware mirati a peggiorare le prestazioni del dispositivo.

L’unico modo per non cadere nella trappola dell’obsolescenza programmata è cambiare il proprio pensiero. Innanzitutto occorre chiedersi : Sono veramente costretto a cambiare il mio dispositivo comprandone uno nuovo?

In genere ciò che ci spinge a cambiare il proprio apparato elettronico è per qualche difetto hardware o software (e non considero la pressione psicologica che ci induce a stare al passo con i tempi) che nel 99% dei casi è risolvibile più o meno facilmente. Prendiamo come esempio lo smartphone. Questo dispositivo ormai viene cambiato con una frequenza impressionante, ed ormai si tende a cambiare non appena si incontra il primo difetto,come un display rotto o un precedente aggiornamento che ha combinato “casini” dal punto di vista delle performance. Per evitare di fare il gioco dei produttori, innanzitutto è necessario informarsi sull’effettiva disponibilità di pezzi di ricambio per il nostro smartphone (display,cassa,microfoni,fotocamera) e verificare se esistono ROM alternative magari aggiornate alle ultime versioni (nel caso di Android). Ricordiamo inoltre che le costosissime riparazioni dei centri assistenza non sono l’unica alternativa, ed a patto di voler rischiare l’invalidazione della garanzia, esistono ad ogni modo tanti centri in Italia attraverso i quali dare nuova vita al proprio smartphone con riparazioni a costo ridotto.

Stesso discorso per i computer, che dalla loro parte hanno una maggiore “moddabilità” rispetto ad uno smartphone. Se volete essere lungimiranti, nel caso di notebook/PC fissi , il nostro consiglio è sempre quello di partire da modelli che permettano di accedere alle varie parti  con facilità,sopratutto nel caso di notebook assicuratevi che il pannello inferiore sia facilmente smontabile per permettere l’accesso ad hard disk e RAM  anche a chi non è particolarmente pratico con lo smontaggio di componenti. D’altra parte, sui PC fissi occorre far attenzione al case che scegliete, e alla motherboard che monta, in quanto un buon case ampio e con sistemi di sgancio laterali, vi permette di lavorare facilmente per accedere alle varie componenti, mentre una motherboard aggiornata e con un modello di socket non estremamente vecchio, vi permetterà di poter trovare eventualmente pezzi di ricambio in futuro senza dover cambiare necessariamente tutto. Nel caso di computer già “anziani” probabilmente il peso degli anni inizia a farsi sentire, e il sistema operativo potrebbe non girare più come una volta. In questo caso una formattazione completa, o la sostituzione del sistema operativo con una distribuzione leggera di Linux (come Lubuntu) potrebbero essere un vero e proprio toccasana per il PC.

In sintesi, l’obsolescenza programmata è una pratica che è stata ideata dalle aziende per costringerci ad aggiornare i nostri dispositivi con cadenza prefissata,ma la scelta di adeguarci alle regole o meno spetta a noi. Le soluzioni per prolungare la vita del nostro dispositivo e renderlo un “highander” del mondo tecnologico esistono e sono alla portata di tutti, quindi perchè non provarci?